CHIESA VIVA
   

 

 

 
 
 

 

 

 

Conoscere la Massoneria

 

Chiesa Viva n°384

Mazzini aveva preso contatti col generale Alber Pike già negli anni 1860, quando il “sudista” ricopriva la carica di Presidente del Supremo Consiglio di Charleston per la Massoneria di Rito Scozzese Antico ed Accettato.

«Le attività rivoluzionaie di Giuseppe Mazzini (anarchismo violento) avevano gettato una cattiva reputazione sul Grande Oriente. Pertanto, Mazzini propose una nuova organizzazione massonica, rigorosamente segreta, che non doveva mai essere menzionata nelle riunoni di Loggia, e neppure nelle congreghe costituite dai soli alti iniziati. Solo una limitata parte scelta di questi alti iniziati doveva essere messa al corrente di questo segreto»1.

Per creare questa nuova organizzazione segreta, Mazzini si rivolse al Pike, inviandogli una lettera, datata 22 gennaio 1870, e citata nel libro di Lady Queensborough, “Occult Theocracy”, in cui diceva:

«Dobbiamo lasciare che tutte le Federazioni (massoniche) continuino come sono, con i loro sistemi, con le loro autorità centrali e i loro diversi modi di corrispondenza tra gli alti gradi dello stesso rito, organizzate come lo sono attualmente; noi invece dobbiamo creare un Rito Supremo, che rimarrà segreto, nel quale convocheremo quei massoni di alto grado che sceglieremo. Nei confronti degli altri fratelli nella massoneria dobbiamo esigere il più assoluto segreto. Attraverso questo Rito Supremo, governeremo sulla Massoneria che diventerà, così, il centro internazionale ancora più potente perché la sua direzione sarà sconosciuta»2.

La scelta dei membri era alquanto semplice, come riferisce Domenico Margiotta: «Per reclutare gli adepti essi pianificarono di far uso di membri di altri riti, ma all’inizio vollero far affidamento principalmente sugli iniziati del Rito Scozzese Antico ed Accettato che erano già dediti all’occultismo»3.

«Nel Palladismo erano ammessi, di preferenza, i Cavalieri Kadosch (30° del R.S.A.A.) o gradi equivalenti di altri riti. La gerarchia palladista aveva tre gradi: “Kadosch palladico”, “Gerarca palladico”, “Mago eletto”. Il Palladismo si collocava sopra i Supremi Consigli formati dagli esponenti del 33° grado del R.S.A.A. e, da tali posizioni, discendeva ai gradi inferiori per infiltrazioni successive»4.

«Questa P2 ante litteram si chiamava “Nuovo e Riformato Rito Palladiano” o “Nuovo e Riformato Palladium”. Mazzini ne era l’anima politica, lasciando allo squilibrato Pike le fumisticherie simboleggianti e magiche, le formalità e i codici. Quello che Mazzini e Pike avevano riesumato era il mostro millenario della degenerazione gnostica»5.

Così lo descrive il Margiotta: «(…) il Palladismo è essenzialmente un rito luciferiano. La sua religione è manichea neo-gnostica, che insegna che la divinità è duale e che Lucifero è uguale ad Adonay, con Lucifero il Dio della Luce e della Bontà, combattente per l’umanità contro Adonay, il Dio delle tenebre e del Male»6.

Questo “Nuovo Rito Palladico Riformato” di Pike e Mazzini, ha dei legami con alcune vicende massoniche recenti. Infatti:

«La Loggia massonica più infame in Europa è chiamata Loggia P2, la quale è stata interpretata come Loggia “Propaganda 2”, ma che dovrebbe piuttosto essere letta come “Palladismo 2”.

La P2, ufficialmente, fu fondata nel 1966 da Giordano Gamberini, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, con 18.000 membri.

I fatti dicono che Giuseppe Mazzini e Albert Pike formarono, a Roma, un “Consiglio massonico palladico” che fu trasformato poi, nel 1877, in una Loggia massonica segreta chiamata “Propaganda Massonica”. Questa Loggia serviva ai massoni che visitavano la capitale da tutte le altre parti d’Italia e il re stesso ne era un membro. Più tardi, i suoi 23 Consigli divennero centri di terrorismo»7.

1 Cfr. Juri Lina, “Architects of deception”, Referent Publishing, Stoccolma 2004, p. 194.

2 Cfr: Lady Queensborough, “Occult Theocracy”.

3 Cfr. Domenico Margiotta, “Ricordi di un 33”, Delhomme e Briguet, Editori, Parigi settembre 1895.

4 Cfr. Epiphanius, “Massoneria e sètte segrete: la faccia occulta della storia”, Ed. Ichtys, Roma, p. 104.

5 Cfr. “Nuova Solidarietà”, 4 marzo 1985, p. 7.

6 Cfr. Domenico Margiotta, op. cit..

7 Cfr. Juri Lina, op. cit., p. 224.

 

 
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