CHIESA VIVA
   

 

 

 
 
 

 

 

 

Conoscere la Massoneria

 

Chiesa Viva n°379

 

La MAFIA di Mazzini

«Nel secolo scorso, la finanza britannica, protetta dai cannoni inglesi, controllava il traffico mondiale di droga. I nomi di queste famiglie ed istituzioni sono noti a tutti gli studenti di storia: Matheson, Keswick, Swire, Dent, Baring e Rothschild; Jardine Matheson, Hongkong and Shanghai Bank, Charterer Bank, Peninsular and Orient Steam Navigation Company. (I poteri occulti) dirigono un’Anonima Assassini mondiale tramite le società segrete: l’Ordine di Sion, la Mafia di Mazzini, le Triadi (che sgnifica: “Società dei tre puntini”), dette anche le “Società del Paradiso in Cina”».1

«Se analizziamo come la Mafia arrivò negli Stati Uniti, scopriamo che questa storia è inseparabile da quella dell’Ordine di Sion. Mazzini, il padrino della Mafia in Italia, rispondeva direttamente al più importante esponente del sionismo britannico: il Primo Ministro ebreo Benjamin Disraeli (l’uomo che era sfuggito alla prigione per debiti, grazie all’aiuto datogli dalla famiglia Rothschild), e veniva finanziato dai principali banchieri ebrei come i Rothschild e i Montefiore.

Mazzini, a sua volta, quando dovette mandare i suoi luogotenenti in America, dopo aver fatto esperienza all’interno della “Giovine Italia”, trovò la strada già spianata dal lavoro fatto da persone come l’ex generale sudista Albert Pike e l’Alta Massoneria ebraica dei B’nai B’rith»2.

«I primi italiani che misero piede in America seguirono le orme dei commercianti di tessuti che avevano posizioni di primo piano all’interno dell’Alta Massoneria ebraica dei B’nai B’rith. Anche New Orleans, la prima base dei Lehman e dei Lazard, divenne il punto di raccolta dei “picciotti” di Mazzini. Durante il periodo delicato e caotico, che seguì la Guerra Civile americana, gli uomini legati a Mazziniagirono come veri e propri sabotatori del processo di pacificazione della repubblica americana.

Quest’opera di sabotaggio li vide impiegati nella guerriglia condotta dal generale Pike contro il Governo federale di Lincoln e costituì uno dei primi esempi di attività mafiosa negli Stati Uniti. Operazioni della malavita a New Orleans, per conto della mala palermitana, che facevano capo a Mazzini e, tramite lui, a Disraeli. Che dietro il crimine ci fossero persone al di sopra di ogni sospetto era di pubblico dominio.

La parola “MAFIA”, infatti, era spiegata con l’acronimo3:

M=Mazzini

A=Autorizza

F=Furti

I=Incendi

A=Attentati.

Le prime reti mazziniane cominciarono ad essere attive nel periodo precedente alla Guerra Civile (1860-1865). “I gruppi mafiosi di New Orleans, New York e Palermo erano società separate - scrive l’importante storico di quel periodo, D. L. Chandler - ma cooperavano strettamente. Un membro che riceveva adeguati appoggi poteva essere spostato da una città all’altra, da una famiglia all’altra”4.

Verso la fine della Guerra Civile americana, la Mafia di Disraeli (e quindi di Mazzini - n.d.r.) era capeggiata da un certo Joseph Macheca, capo di una banda che, secondo testimonianze dell’epoca, svolgeva un’attività che era indistinguibile da quella del Ku Klux Klan (di cui uno dei fondatori fu proprio il generale Albert Pike - n.d.r.). Nel 1868, Macheca organizzò, a New Orleans, la campagna elettorale presidenziale a favore del candidato democratico Horatio Seymour contro il repubblicano Ulysses S. Grant, il generale che aveva portato alla vittoria il Nord e che divenne, poi, il Presidente degli USA. I fondi e le direttive politiche arrivavano a Seymour da August Belmont, colui che i Rothschild designarono come loro rappresentate ufficiale negli Stati Uniti.

Il giornale di New Orleans “Picayune” ci descrive la campagna elettorale nei seguenti termini: “Questo popolare e singolare gentiluomo (Macheca) aveva organizzato e dirigeva una compagnia formata da 150 siciliani, conosciuta col nome di Innocenti. La loro uniforme era costituita da un mantello bianco con una croce maltese sulla spalla sinistra. Giravano armati e quando marciavano per le strade sparavano ad ogni negro che vedevano. Si lasciavano dietro le spalle una scia di decine di negri uccisi. Il Generale James E. Steadman, che coordinava la campagna (elettorale di Seymour) vietò altre parate ed il gruppo fu sciolto”5»6.

1 K. Kalimtgis, D. Goldman, J. Steinberg, “Droga S.p.a.”, Edizioni Logos, Roma 1978, p. 12.

2 Idem, p. 41.

3 Charles William Heckethorn, “The Secret Societies of All Ages and Countries”, vol. I e II, 1875 (New York University Books Inc., 1965). Si veda anche: David Leon Chandler, “Brothers in Blood”, New York, E.P. Dutton Co. Inc., 1975, p. 31.

4 David Leon Chandler, op. cit.., p. 103.

5 Idem, p. 75.

6 Kalimtgis, Goldman, Steinberg, op. cit., pp. 42-43.

 
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