CHIESA VIVA
   

 

 

 
 
 

 

 

 

Conoscere la Massoneria

 

 

Chiesa Viva n°349

 

Nel 1917, Massimiliano Kolbe fonda la “Milizia dell’Immacolata”. Naturalmente, la sua lotta non fu quella di abbattere le anime del nemico, ma quella di richiamarle e convertirle, per la loro eterna salvezza, e per questo, Padre Kolbe si rivolgeva anche ai suoi nemici.

In un suo articolo dal titolo: “Poveretti!!!”, scriveva: “L’uomo è redento. Cristo ha fondato la sua Chiesa sulla roccia. Una parte del popolo ebreo riconobbe in lui il Messia, gli altri, soprattutto i superbi farisei, non vollero riconoscerlo; essi perseguitarono i suoi seguaci e diedero il via ad un gran numero di leggi che obbligavano gli ebrei a perseguitare i cristiani. Queste leggi, insieme a narrazioni e ad appendici, verso il 500, formarono il loro libro sacro, il “Talmud”. In questo libro, i cristiani vengono chiamati: idolatri, peggiori dei turchi, omicidi, libertini impuri, sterco, animali in forma umana, peggiori degli animali, figli del diavolo, ecc. I sacerdoti vengono chiamati indovini eteste pelate (...). La Chiesa (viene chiamata) casa di scempiaggine e di sporcizia. Le immagini sacre, le medagliette, i rosari, sono chiamatiidoli. Nel “Talmud”, le domeniche e le feste vengono denominate giorni di perdizione. In questo libro si insegna, inoltre, che ad un ebreo è permesso ingannare e derubare un cristiano, poiché tutti i beni dei cristiani - vi è scritto - “sono come il deserto: il primo che li prende, ne diviene il padrone”. Quest’opera che raccoglie dodici volumi e che ispira odio contro Cristo e i cristiani, viene considerata da questi farisei un libro sacro, più importante della Sacra Scrittura.

In ricorrenza del Congresso Internazionale dei massoni, che si tenne a Bucarest nel 1926, Padre Kolbe scrisse, in un articolo: «Quei signori (cioè i massoni) credono di essere loro a governare: ascoltiamo, allora, ciò che scrivono i “Protocolli dei Savi di Sion”», documento che Padre Kolbe chiamava: “Il libro davvero fondamentale della Massoneria”.

Il Santo scrive: «Il protocollo n.11 afferma: “Noi creeremo e metteremo in atto le Leggi e i Governi (…) e, al momento opportuno, (...) sotto forma di rivolta nazionale. (...).è necessario che le popolazioni, sconcertate dall’avvenuta rivolta, poste ancora sotto l’influenza del terrore e dell’incertezza, comprendano che siamo talmente forti, talmente intoccabili, talmente pieni di potere che in nessun caso terremo conto delle loro opinioni e dei loro desideri, ma, anzi, siamo in grado di schiacciare le loro manifestazioni in ogni momento e in ogni luogo (...). Allora, per paura, chiuderanno gli occhi e rimarranno in attesa delle conseguenze. (...). A quale scopo abbiamo ideato e imposto ai massoni tutta questa politica, senza dare ad essi la possibilità di esaminarne il contenuto? Questo è servito di fondamento per la nostra organizzazione massonica segreta (...) la cui esistenza neppure sospettano queste “bestie” da noi adescate nelle logge massoniche».

Padre Kolbe, a questo punto, si rivolge ai massoni dicendo: «Avete sentito, signori massoni? Coloro che vi hanno organizzato e vi dirigono segretamente, gli ebrei, vi considerano delle bestie, attirate nelle logge massoniche per scopi che voi neppure sospettate (...). Ma sapete, signori massoni, che cosa vi attende il giorno in cui vi verrà in mente di incominciare a pensare da soli? Ecco, ascoltate: il medesimo protocollo prosegue affermando: «La morte è l’inevitabile conclusione di ogni vita. (...). Giustizieremo i massoni in modo tale che nessuno, (...) potrà avere dei sospetti, neppure le stesse vittime: moriranno tutti nel momento in cui ce ne sarà bisogno, apparentemente per effetto di malattie comuni (...)».

E il Santo continua: «Signori massoni, voi che, recentemente, durante il Congresso di Bucarest, vi siete rallegrati del fatto che la Massoneria si sta rafforzando ovunque, riflettete e dite sinceramente: non è meglio servire il Creatore nella pace interiore (...), piuttosto che obbedire agli ordini di chi vi odia?».

San Massimiliano si rivolge, infine, ai Capi Incogniti della Massoneria con queste parole: «E a voi, piccolo manipolo di ebrei, “Savi di Sion”, che avete provocato coscientemente già tante disgrazie e ancora di più ne state preparando, a voi mi rivolgo con la domanda: quale vantaggio ne ricavate? (...). Gran cumulo di oro, di piaceri, di svaghi, di potere: tutto questo non rende ancora felice l’uomo. E se anche questo desse la felicità, quanto potrà durare? Forse una decina di anni, forse una ventina(...). E poi?... E voi, capi ebrei, che vi siete lasciati sedurre da Satana, il nemico dell’umanità, non sarebbe meglio se anche voi vi rivolgeste sinceramente a Dio?».

In un altro articolo del 1926, Padre Kolbe, sempre citando i “Protocolli dei Savi di Sion” scriveva: «Essi dicono di se stessi: “Chi o che cosa è in grado di far crollare una forza invisibile? La nostra forza è appunto di questa natura. La “Massoneria esterna” serve solo per nascondere i suoi scopi, ma il piano d’azione di questa forza sarà sempre sconosciuto alla gente».

Ma il Santo sottolinea con sottile ironia: «Noi siamo un esercito, il cui “Condottiero” vi conosce ad uno ad uno, ha osservato e osserva ogni vostra azione, ascolta ogni vostra parola, anzi... nemmeno uno dei vostri pensieri sfugge alla sua attenzione. Dite voi stessi: in tali condizioni, si può parlare di segreto nei piani, di clandestinità e di invisibilità?». E qui, Padre Kolbe rivela il nome del “Condottiero” del suo esercito: «è’ l’Immacolata, il rifugio dei peccatori, ma anche la debellatrice del serpente infernale. Ella vi schiaccerà il capo!».

Nota: il testo è tratto da un articolo pubblicato su Chiesa viva n° 125.

 

 
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